mercoledì 3 aprile 2013

Aforismi Giulia Bongiorno

Giulia Bongiorno

Giulia Bongiorno, è un avvocato e politica italiana.
Data di nascita: 22 marzo 1966, Palermo
Libri Giulia Bongiorno

  • Il processo Andreotti è stato seguito male dalla stampa. Come le donne quando seguono le partite di calcio. Al momento del goal corrono vicino alla tv, vedono il replay e dicono: "Ah che bella partita". Il processo Andreotti è stato seguito solo il giorno delle sentenze. Ricordo la prima udienza. C'erano giornalisti di tutto il mondo, anche giapponesi. Sono scomparsi tutti. In aula spesso eravamo in cinque: accusa, difesa e tre giudici. Nemmeno un giornalista.
  • Forse sono anomala. Se mi capita di scoprire che una persona che ho fatto assolvere in realtà era colpevole mi viene tristezza perché non ho capito nulla e sono stata presa in giro.
  • Sono in grado di dire, su quasi tutti i temi, quello che potrebbe dire o fare Andreotti. Dopo la condanna di Perugia ci siamo visti quasi ogni giorno. Io passavo ogni mattina da lui, anche il sabato e la domenica. Stavamo talmente male che avevamo necessità di stare insieme e parlare. Ma non del processo. Di politica, religione, attualità, cronaca, giustizia.
  • La mia vita si divide in due parti. Prima e dopo Andreotti.
  • Io non mi chiedevo solo se Andreotti sarebbe stato assolto. Mi chiedevo se avrebbe fatto in tempo a leggere tutte le carte, se sarebbe arrivato vivo in Cassazione.
  • Non chiedetevi perché è arrivata questa disgrazia proprio a voi, altrimenti impazzirete. Mettetevi in testa che è una perdita secca. Da un processo penale si esce come minimo con un tic nervoso.
  • Sono la donna degli eccessi. Ho adottato la regola del cinque. Vede quelle carte? Bisogna leggerle cinque volte. La prima volta rapidamente, la seconda con attenzione, la terza sottolineando con evidenziatori di colori diversi, la quarta attaccando i post-it, la quinta volta si può dire di conoscerle se un attimo prima di leggere il rigo già lo si sa a memoria.
  • In aula spesso si improvvisa. Più sei preparato e più sei bravo ad improvvisare.
  • Ho avuto delle storie che si sono sgretolate appena qualcuno ha detto: "Che cosa si fa domenica?" Io rispondevo: "si lavora".
  • Tutto per vincere. Vincere è importante. Se adesso giochiamo a carte io non voglio divertirmi, voglio vincere.
    • Se vuoi fare certi lavori devi rinunciare a certi privilegi. Le mie collaboratrici conoscono le regole. Sanno che il tempo qui è cronometrato.
    • Fare una raffica di domande che tramortiscono il teste ostile dà una gioia superiore perfino all'assoluzione.

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