giovedì 28 marzo 2013

Aforismi Ernst Bloch

Ernst Bloch

Ernst Bloch è stato uno scrittore e filosofo tedesco marxista, nonché teorico dell'ateismo.
Data di nascita: 8 luglio 1885, Ludwigshafen am Rhein
Data di morte: 4 agosto 1977, Tubinga
Libri Ernst Bloch

  • Solo un ateo può essere buon cristiano, solo un cristiano può essere buon ateo.
  • Anche se la speranza non fa altro che sormontare l'orizzonte, mentre solo la conoscenza del reale tramite la prassi lo sposta in avanti saldamente, è pur sempre essa e soltanto essa che fa conquistare l'incoraggiante e consolante comprensione del mondo, a cui essa conduce, come la più salda ed insieme la più tendenzialmente concreta.
  • Nessuno vive perché lo vuole. Ma una volta che vive lo deve volere.
  • Pensare significa oltrepassare.
  • Contro l'aspettare è d'aiuto lo sperare. Ma non ci si deve solo nutrire di speranza, bisogna anche trovare in essa qualcosa da cucinare.
  • Si è soli con sé stessi. Anche quando sono insieme con gli altri, i più rimangono soli. Dall'una e dall'altra solitudine bisogna tirarsi fuori.
  • L’affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all’esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono.
  • L’importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire.
  • Lo sperare, superiore all’aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla.
  • È il semplice che è difficile da realizzare, l'essere-per-sé, le cui vie debbono venir conquistate, la cui eccellenza esige valore.
    • La mancanza di sogni in avanti è una difesa che, per così dire, ha parvenze filosofiche, ma in realtà è ben poco filosofica: senza attesa alcuna delle cose che devono venire. In questo volontario-involontario scetticismo, invece della speranza si annida la paura, invece della comprensione del futuro […] un ante-finale; e ciò fino al momento di andarsene, o addirittura di naufragare con lo sguardo voltato dall'altra parte. Specialmente la paura, dice Sartre, è uno stato che annulla gli uomini; se ciò è vero, vale il vivificante contrario per la speranza intesa in senso soggettivo e, più che mai, oggettivo. E quand'anche poco importi se venga a costare più o meno costruire dei meri castelli in aria, da cui poi risultino i sogni ottativi, adoperati in modo esclusivamente disonesto, la speranza, con il progetto e il raccordo con il 'possibile a scadenza', è la realtà più forte e migliore che si dia.
    • Gli animali ripetono necessariamente lo sperimentato modello di fabbricazione del loro corpo e della loro vita, per questo essi sono così caratterizzati, ma anche così vincolati nel loro essere. Gli uomini possono essere vincolati solo approssimativamente a questi elementi di fissità […] È una gran cosa che noi uomini si sia nati incompiuti non solo come bambini ma anche come specie.
    • Aspettare rende altrettanto desolati, ma al tempo stesso ubriaca.

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