venerdì 8 marzo 2013

Aforismi Alessandro Baricco (quinta parte)

Alessandro Baricco (quinta parte)

Alessandro Baricco è uno scrittore, saggista, critico musicale, conduttore televisivo, pianista, sceneggiatore e regista italiano, fra i più noti esponenti della narrativa italiana contemporanea.
Data di nascita: 25 gennaio 1958, Torino
Letteratura Alessandro Baricco

  • Per quanto uno si sforzi di vivere una sola vita, gli altri ce ne vedranno dentro altre mille, e questa è la ragione per cui non si riesce a evitare di farsi male.
  • Capiva solo che nulla è più forte di quell'istinto a tornare dove ci hanno spezzato, e a replicare quell'istante per anni.
  • Alzò lo sguardo su Hervè Joncour. I suoi occhi la fissavano, e lei capì che erano occhi bellissimi. Riabbassò lo sguardo sul foglio.
  • - Com'era la fine del mondo? - Gli chiese Baldabiou - Invisibile.
  • - Devo comunicarvi una cosa molto importante, monsieur. Facciamo tutti schifo. Siamo tutti meravigliosi, e facciamo tutti schifo.
  • E sentì il velluto della sua voce quando gli disse –sei tornato– dolcemente –sei tornato.
  • È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.
  • Era una donna alta, si muoveva con lentezza, aveva lunghi capelli neri che non raccoglieva mai sul capo. Aveva una voce bellissima.
  • Hervè Joncour era d'altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla.
  • I produttori di seta di Lavilledieu, chi più chi meno, erano dei gentiluomini, e mai avrebbero pensato di infrangere una qualsiasi legge nel loro paese. L'idea di farlo dall'altra parte del mondo, tuttavia, risultò loro ragionevolmente sensata.
    • Il sindaco lo fermò: – cosa diavolo dovrei fare? – niente. E sarete il sindaco di un paese ricco.
    • In due giorni, a cavallo, giunsero in vista del villaggio. Hervè Joncour vi entrò a piedi perché la notizia del suo arrivo potesse arrivare prima di lui.
    • L'ultima cosa che vide, prima di uscire, furono gli occhi di lei fissi sui suoi, perfettamente muti.
    • Lei leggeva un libro, ad alta voce, e questo lo rendeva felice perché pensava non ci fosse voce più bella di quella, al mondo. Compì 33 anni il 4 settembre 1862. pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto.
    • Lo stormo, terrorizzato, si alzò in cielo, come una nube di fumo sprigionata da un incendio. Era così grande che avresti potuto vederla a giorni e giorni di cammino da lì. Scura nel cielo, senz'altra meta che il proprio smarrimento.
    • - Ma tu lo sai perché Jean Berbeck smise di parlare? - gli chiese. - È una delle tante cose che non disse mai-. -Forse è che la vita, alle volte, ti gira in un modo che non c'è proprio più niente da dire-. Disse. -Più niente, per sempre-.
    • Minuscole onde circolari posavano l'acqua del lago sulla riva, come spedite, lì, da lontano.
    • Per mille volte cercò gli occhi di lei, e per mille volte lei trovò i suoi. Era una specie di triste danza, segreta e impotente.
    • - Provate a dirmi chi siete. Lo disse in francese, strascicando un po' le vocali, con una voce rauca, vera.
    • Si sarà notato che essi osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare una giornata di pioggia.
      • Teneva gli occhi fissi sulle labbra di Hervè Joncour, come se fossero le ultime righe di una lettera d'addio.
      • Torneranno. È sempre difficile resistere alla tentazione di tornare.
      • Volavano lenti, salendo e scendendo nel cielo, come se volessero cancellarlo, meticolosamente, con le loro ali.
      • - è una voliera - una voliera? - Sì - E a cosa serve? Hervè Joncour teneva fissi gli occhi su quei disegni - tu la riempi di uccelli, più che puoi, poi un giorno che ti succede qualcosa di felice la spalanchi, e li guardi volare via.
      • Lasciarono la villa con rimpianto, giacché avevano sentito lieve, tra quelle mura, la sorte di amarsi.
      • - È proprio necessario che parta? - No. - E allora perché? - Io non posso fermarlo. E se lui vuole andare laggiù, io posso solo dargli una ragione in più per tornare.
      • - tu eri morto - disse - e non c'era più niente di bello, al mondo.
      • Qualcuno diceva: ha qualcosa addosso, come una specie di infelicità.
      • - Tanto a qualcuno la dovrai raccontare, prima o poi, la verità. - Lo disse piano, con fatica, perché non credeva, mai, che la verità servisse a qualcosa.
      • Stette ad ascoltare, in silenzio, fino all'ultimo, fino al treno di Eberfeld. Non pensava nulla. Ascoltava. Gli fece male sentire, alla fine, Hervè Joncour dire piano –Non ho mai sentito nemmeno la sua voce.– e dopo un po' –è uno strano dolore– piano –morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai
        • Ogni tanto, nelle giornate di vento, scendeva fino al lago e passava ore e guardarlo, giacché, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l'inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita.

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