mercoledì 6 marzo 2013

Aforismi Angelo Bagnasco

Angelo Bagnasco

Angelo Bagnasco è un cardinale e arcivescovo cattolico italiano, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vice presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee.
Data di nascita: 14 gennaio 1943, Pontevico
Lettteratura Angelo Bagnasco

  • La desertificazione valoriale ha prosciugato l'aria e rarefatto il respiro.
  • Se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati cioè guasti dal di dentro, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si oscura la dignità delle persone, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnovamento generazionale.
  • Vivere fino in fondo la fede, oltre a non essere uno stato di minorità, è un modo eccellente per rendere migliore il mondo.
  • Quando in una società si mantiene la gioia diffusa dell'aiutarsi senza calcoli utilitaristici, allora lo Stato percepisce se stesso in modo non mercantile.
  • Anziché una somma di tanti "io", sicuramente legittimi e forse un po' pretenziosi, occorre insediare il plurale che abita in ogni famiglia, il plurale di cui si compone ogni società.
  • Dio supera il nostro metro di misura e lo sorprende, non in astratto però, bensì nel Bimbo deposto in una grotta.
  • È la religione ad aiutare la persona a distinguere tra l'assenza di costrizioni e il comportarsi secondo i doveri della coscienza.
  • È lo stordimento attorno al falso concetto di autonomia ciò che incrina la cultura odierna, quella secondo cui la persona si pensa tanto più felice quanto si sente prossima a fare ciò che vuole.
  • Emarginare simboli, isolare contenuti, denigrare persone è arma con cui si induce al conformismo, si smorzano le posizioni scomode, si mortificano i soggetti portatori di una loro testimonianza in favore di valori cui liberamente credono.
  • Il mondo degli adulti, secondo le diverse responsabilità, è in debito nei confronti delle nuove generazioni, "in debito di futuro".
    • Il vincolo religioso è stato realmente l'incunabolo da cui è scaturita la prima coscienza di una identità italiana.
    • La fede religiosa può far fronte alle intemperie, e ciascuno di noi è testimone di esperienze positive, capaci di rinvigorire e proporre una concezione della vita tipicamente cristiana.
    • L'unico sentimento che accomunava gli italiani, a qualsiasi ceto sociale appartenessero e in qualunque degli Stati preunitari vivessero, era quello religioso e cattolico.
    • Lo Stato in sé ha bisogno di un popolo, ma il popolo non è tale in forza dello Stato, lo precede in quanto non è una somma di individui ma una comunità di persone
    • Parlare di identità culturale non significa ripiegarsi o rinchiudersi, ma si tratta di non sfigurare il proprio volto: senza volto infatti non ci si incontra.
    • Sarebbe miope e irresponsabile attentare a ciò che unisce in nome di qualsivoglia prospettiva.
    • Quanto più l'uomo si ripiega su se stesso, egocentrico o pauroso, tanto più il tessuto sociale si sfarina, e ognuno tende a estraniarsi dalla cosa pubblica, sente lo Stato lontano.
    • L'approccio al mistero di Dio dà origine a cultura e civiltà.
    • Il lavoro è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare se stesso secondo il disegno di Dio.
    • L'immigrazione è una realtà. Occorre saper coniugare insieme quel principio dell'accoglienza che ha sempre innervato l' anima profonda del nostro Paese con un altro principio, non meno necessario, quella della legalità, di cui tutti si avverte la necessità per la convivenza sociale.
      • L'opinione pubblica come le famiglie devono sapere che noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata anche da genitori non credenti o non frequentanti. Non risparmieremo attenzione, verifiche, provvedimenti; non sorvoleremo su segnali o dubbi; non rinunceremo a interpretare, con ogni premura e ogni scrupolo necessari, la nostra funzione educativa.
      • L'unità del Paese resta una conquista e un ancoraggio irrinunciabili. Ogni auspicabile riforma condivisa a partire da quella federalista, per essere un approdo giovevole, dovrà storicizzare il vincolo unitario e coerentemente farlo evolvere per il meglio di tutti.
      • Chi sceglie la politica sia consapevole della misura e della sobrietà che viene richiesta. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere della loro notorietà.

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