domenica 10 marzo 2013

Aforismi Jean Baudrillard

Jean Baudrillard

Jean Baudrillard è stato un filosofo e sociologo francese di formazione tedesca.
Data di nascita: 27 luglio 1929, Reims
Data di morte: 6 marzo 2007, Parigi
Libri Jean Baudrillard

  • Ciecamente sogniamo di superare la morte attraverso l'immortalità anche se da sempre l'immortalità ha rappresentato la peggiore delle condanne, il destino più terrificante.
  • Con il codice binario e la sua decodifica, la dimensione simbolica del linguaggio è andata perduta.
  • Di eventi mondiali, ne abbiamo avuti tanti, dalla morte di Diana ai Mondiali di calcio - come di eventi violenti e reali, guerre e genocidi. E invece di eventi simbolici di portata mondiale, cioè non semplicemente diffusi su scala mondiale ma tali da mettere in difficoltà la mondializzazione stessa, neppure uno. Per tutta la lunga stagnazione degli anni Novanta, abbiamo avuto lo "sciopero degli eventi", per riprendere la battuta dello scrittore argentino Macedonio Fernández.
  • Gli eventi hanno smesso di scioperare. E ci troviamo anzi di fronte, con gli attentati di New York e del World Trade Center, all'evento assoluto, alla "madre" di tutti gli eventi, all'evento puro che racchiude in sé tutti gli eventi che non hanno mai avuto luogo.
  • L'evento prodotto dall'informazione non possiede più di per sé un valore storico.
  • La tecnologia sta diventando lo strumento ironico di un mondo che immaginiamo nostro solo per trasformarlo e dominarlo.
  • Le cose ci scoprono nello stesso tempo in cui noi scopriamo loro.
  • Non possediamo più obbiettivi in cui non credere. Perché è di vitale importanza - forse ancor più che vitale - avere cose in cui non credere.
  • Correre in macchina è una forma spettacolare di amnesia. Tutto da scoprire, tutto da cancellare.
  • Il capitale-bisogni, investito da ciascun consumatore privato, è oggi altrettanto essenziale per l'ordine della produzione quanto i capitali investiti dall'imprenditore-capitalista, o il capitale forza-lavoro investito dal lavoratore salariato.
    • Il corpo è vezzeggiato nella perversa certezza della sua inutilità, nella totale certezza della sua non resurrezione.
    • La pena di morte e la violenza penale non solo possono sparire in questa società, ma anzi devono farlo.
    • Se Dio esiste, non c'è bisogno di crederci. Se ci si crede, vuole dire che l'evidenza del suo esistere è morta.
    • Se l'umano non si definisce più in termini di libertà ma in termini di geni, svanisce la definizione dell'uomo e anche dell'umanesimo.
    • Il consumatore è un lavoratore che non sa di lavorare.
    • La cosa triste, a proposito dell'intelligenza artificiale, è che le manca l'artificio e quindi l'intelligenza.
    • Noi siamo irrimediabilmente in ritardo sulla stupidità.
    • Non si può vivere senza una scena politica, e quando questa non c'è come in Italia, emerge allora la necessità di una finzione di scena politica. E, per renderla credibile a chi non ci crede, si esagerano gli effetti: in assenza di cause e anche di idee, si è deciso di calcare appunto la mano e la voce sugli effetti.
    • Un giudizio negativo dà più soddisfazione di una lode, ammesso che sappia di invidia.
    • Non siamo più nel dramma dell'alienazione, ma siamo nell'estasi della comunicazione.

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