venerdì 8 marzo 2013

Aforismi Daniel Barenboim

Daniel Barenboim

Daniel Barenboim è un pianista e direttore d'orchestra argentino-israeliano. Dal 1992 è direttore musicale dell'Opera di Stato di Berlino, e dal 1º dicembre 2011 anche del Teatro alla Scala; precedentemente ricoprì la carica di direttore musicale nella Chicago Symphony Orchestra e nell'Orchestre de Paris.
Data di nascita: 15 novembre 1942, Buenos Aires
Letteratura Daniel Barenboim
Musica Daniel Barenboim
Musica MP3 Daniel Barenboim

  • Se suoni il violino e non ascolti allo stesso tempo il clarinetto non si può far musica.
  • Di solito invecchiando si diventa più inclini al compromesso, ma per i creativi vale il contrario: con il passar del tempo danno il meglio di sé, spendono le energie migliori.
  • Purtroppo negli ultimi tempi troppe persone vivono senza mai nessun contatto con la musica. La musica è finita in una torre d'avorio, puro piacere estetico per pochi eletti. Mentre invece dovrebbe essere prima di tutto educazione alla vita. Se impari a "pensare la musica" capisci tutto: che il tempo può essere oggettivo e soggettivo, la relazione tra passione e disciplina, la necessità di aprirsi agli altri.
  • Toscanini è stato un artista audace, che ha aperto le porte al repertorio contemporaneo, che ha formato le orchestre. Ma anche un uomo politicamente impegnato. Fino alla fine ha mantenuto lo slancio e il temperamento per cui era famoso, senza mai arretrare di un centimetro.
  • Sarà perché ha scritto solo per pianoforte, ma nonostante abbia rivoluzionato la storia della musica il genio di Chopin non è compreso appieno.
  • Anche Dio si è accorto che Plácido Domingo è indistruttibile.
  • Il bello del tango è che in Argentina tutti i musicisti classici lo suonano. Non è come in America dove la classica e il jazz sono mondi separati. Io ogni tanto ho bisogno di tornare laggiù a suonarlo con i miei amici.
  • Non sono come Arthur Rubinstein che voleva sempre ampliare il suo repertorio e ne divorava uno dopo l'altro, ascoltando anche le cose più ricercate. Ma ciò non significa che non ne riconosca l'enorme valore. Se devo scegliere tra un concerto dal vivo o l'ascolto di un cd preferisco il concerto, è ovvio, ma il cd permette di riascoltare un'esecuzione tutte le volte che si vuole e quando si vuole comprendere a fondo una musica che abbia un certo grado di complessità, non se ne può fare a meno.
  • Penso a quel gigante di Rubinstein che in studio perdeva un po' di slancio e, conseguentemente, di varietà di colori. Il pubblico gli dava forza. Qualche anno fa ho visto il video del Concerto chopiniano che fece quando rientrò in Russia nel 1964: di una bellezza impressionante. Non esiste un suo disco altrettanto bello.

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